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A testa alta - Giuseppe Altamore

In occasione della Giornata della Memoria, ho letto la biografia del Capitano Massimo Tosti, ricostruita dai carteggi ritrovati dalla famiglia dopo la sua morte e dai documenti dell'Ufficio storico dei Carabinieri. Seppure, a mio avviso, il testo manchi un poco di precisione storica (alcuni eventi della guerra sono descritti in maniera un po' confusa ed altri un po' troppo sommariamente), mi ha permesso di conoscere alcuni aspetti meno noti della guerra e delle persecuzioni razziali, e della Resistenza italiana.

Uno di questi è la fuga di migliaia di ebrei che, da tutta Europa, nel periodo tra il novembre del '42 e il settembre del '43 si rifugiarono prima nella Francia del Sud, occupata dagli italiani, e poi, dopo l'armistizio, nelle borgate e nei paesi di Piemonte e Liguria al di qua del confine. Una rete di protezione della quale facevano parte molti militari, tra i quali il Capitano Tosti, permise di salvare moltissime vite innocenti. Molti militari e civili sacrificarono la loro vita per questa scelta e interi paesi subirono distruzioni e massacri (uno fra tanti, quello di Boves).

Un altro aspetto è il ruolo di tanti militari in servizio che, fuggiti il governo e la famiglia reale, si trovarono a fronteggiare l'esercito tedesco e a difendere essi stessi e la popolazione e quanto restava delle infrastrutture; numerosi costituirono l'organizzazione militare della Resistenza. 600.000 militari italiani furono deportati e internati in Germania. Solo da Roma ad ottobre del '43 più di 2000 carabinieri furono deportati nei campi di concentramento dopo la decisione di sterminarli per poter procedere al rastrellamento del ghetto ebraico. Per non dimenticare mai.

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