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I Valdesi _ la singolare vicenda di un popolo-chiesa_ Giorgio Tourn

In questi giorni di febbraio, nelle valli alpine Pellice, Chisone e Germanasca, si accendono i tradizionali falò di festa; si festeggia la libertà ottenuta con la firma da parte del re Carlo Alberto delle "Lettere Patenti" il 17 febbraio 1848, che concedevano ai Valdesi le libertà civili e politiche, dopo secoli di persecuzioni, massacri, esili e lotte.

In questo saggio, l'autore, storico e pastore valdese, ripercorre la storia a partire dalla nascita dei "poveri di Lione" nel 1170, fino alla attività della chiesa evangelica e protestante dei giorni nostri.

Prima la scomunica, quindi la diaspora per l'Europa perseguitati dall'Inquisizione: con coraggio e fede i Valdesi resistono e sopravvivono, aderendo alla riforma protestante nel '500. Nei secoli successivi, si alternano periodi di pace ad atroci persecuzioni, tra le quali l'internamento nei lager piemontesi, decine di località di detenzione nelle quali vennero decimati dal freddo, dalla fame e dalle malattie, oppure venduti come schiavi (rematori nelle galere veneziane). Esiliati nel 1686 nell'Europa del Nord, tre anni dopo organizzano il "glorioso rimpatrio" attraversando le Alpi in inverno e rientrano nelle loro valli, che diventano "il ghetto alpino" e dove, seppur privi di diritti, creano comunità forti e istruite. Una storia poco nota, che merita di essere conosciuta, narrata con grande chiarezza in questo saggio, ricchissimo di documenti delle diverse epoche, di bibliografia e spunti di approfondimento, glossario e riassunto finale degli eventi storici.

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