Averroè o il segretario del diavolo - Gilbert Sinoué
- Elena Colajanni
- 22 ago 2020
- Tempo di lettura: 1 min
La vita di Averroè, filosofo, medico, astronomo e giurista vissuto nel XII secolo nella provincia andalusa dominata dagli Arabi, è occasione per riflettere sul tema dell'intolleranza, "..quel male che imperversa sin dalle origini del mondo: il rifiuto di riconoscere nell'altro il diritto di pensarla diversamente, di respirare secondo il proprio ritmo, di amare colui verso il quale si sente portato il suo cuore.."

Si immagina l'anziano Averroè che nel 1198 nella Città Rossa di Marrakesh scrive la sua storia; con lui si ripercorrono le orme di Avicenna, Galeno, Ippocrate, si entra nel mondo di una teologia illuminata che cerca di conciliare fede e ragione, filosofia e rivelazione. Sinoué ha come sempre la capacità di rendere semplici e comprensibili i concetti più ostici, così si affrontano i temi del libero arbitrio, della intelligenza umana e della creazione insieme a storie di amori, viaggi, vicende politiche e famigliari. Averroè diventerà uno dei più illustri e controversi filosofi islamici e i suoi scritti contro l'oscurantismo gli varranno la nomea di "segretario del diavolo"; blasfemo per i suoi correligionari, eretico per i cristiani, che perseguivano chi leggesse o commentasse Aristotele. Tommaso D'Aquino lo bolla come eretico, Dante e Petrarca lo condannano di conseguenza nelle loro opere. Federico II, che ne ammirava il pensiero illuminato e la lotta contro la deriva oscurantista della sua società, venne scomunicato.
Ogni giudizio si basava peraltro su traduzioni di traduzioni, incomplete e malfatte. Adesso come non mai vale il suo monito: "l'intolleranza nasce dall'ignoranza. L'ignoranza conduce alla paura e la paura all'odio. E' questa l'equazione".
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