La vita davanti a sé - Romain Gary
- Elena Colajanni
- 6 ago 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Storia di Momo, bambino arabo allevato da una anziana e malata ex prostituta ebrea, Mme Rosa, con altri figli di prostitute di ogni nazionalità tenuti a pensione in un condominio della multietnica banlieue di Parigi. I drammi collettivi e individuali e la povertà della loro vita di espedienti sono visti e filtrati dallo sguardo del bambino, che peraltro un giorno scopre per caso di avere quattro anni in più di quanto credeva.

Continue lezioni di vita e solidarietà disinteressata sono offerte da improbabili ex pugili transessuali senegalesi, papponi camerounensi, negozianti algerini, nullafacenti ivoriani; fantastiche le teorie del sig Waloumba sui giovani e sugli anziani nel mondo. Dalla strada il piccolo Momo acquista il senso pratico che gli permette di affrontare le sue paure: "..mi sono sdraiato per terra, ho chiuso gli occhi e ho fatto degli esercizi per morire, ma il cemento era freddo e avevo paura di prendermi una malattia..". Ma Momo è pur sempre un bambino, e sarà solo costruendosi un dolente mondo immaginario che potrà superare il dramma più grande.
Anche la vita dell'autore, Emile Ajar, pseudonimo di Romain Gary, pseudonimo di Romain Kacev, merita un romanzo a sé: figlio di ebrei lituani deportati in Russia, divenne militare, diplomatico, cineasta e scrittore. Si suicidò nella sua casa di Parigi abbigliato con una vestaglia rossa comprata per l'occasione.
Uno dei miei preferiti. Non ho ancora avuto il coraggio di guardare il film